lunedì 16 marzo 2020

Giorno di quarantena numero 8.

Giorno di quarantena numero 8. 
Presa di coscienza: io sono in grado di 
odiare profondamente l'essere umano.


In questa settimana di quarantena ho fatto una scoperta che mi ha sconvolto. 
Sono razzista. 
Si, avete letto bene. Io sono razzista

E lo dico perché è vero. 
Perché ho provato odio e vampate di violenza incontrollabile nei confronti di altri esseri umani. Mai provati così forti e in un modo così razionale.
Ho pensato: "Siete voi quelli che devono morire". 

L'ho pensato settimana scorsa quando, sui video che giravano in facebook, ho visto tavoli pieni di gente che con un atteggiamento noncurante e strafottente stava seduta a bere l'aperitivo, come se niente fosse. Come se questa emergenza nazionale (e internazionale) non fosse anche la loro emergenza.
L'ho pensato quando ho visto quel video di quella bella ragazza riccia che ha detto "ho 25 anni e non possono dirmi di stare chiusa in casa, questo virus ammazza gli anziani". 
Ora, ponendo che questo sia vero e considerando l'opzione che magari non ti interessa nulla del mio di nonno, ma tu una famiglia non la hai?

L'ho pensato quando ho sentito un personaggio pubblico che, consapevole di avere una responsabilità sociale più importante della mia, consapevole che quel suo video sarebbe volato di monitor in monitor, ha sbraitato a destra e a manca che siamo tutti dei coglioni, perché questa è una banale influenza e noi non dobbiamo farci fregare. 

L'ho pensato ieri quando un mio amico durante la sua micro passeggiata di "pipì cane" mi ha mandato la foto di un gruppo di ragazzotti che felici e contenti fumavano al parco (probabilmente lamentandosi di quanto questa situazione sia pericolosa, di quanto Conte sia un pirla e di quanto l'Europa faccia schifo). 

L'ho pensato domenica scorsa quando mentre io correvo a casa ad iniziare la mia quarantena, ho visto una combriccola di uomini e donne adulte, madri e padri di famiglia che alzando al cielo una birra e abbracciandosi tra loro urlava "l'ultimo giro prima della reclusione!!".

L'ho pensato (e lo penso tutt'ora) ogni volta che mi arrivano sul cellulare notizie false, invenzioni di contagio, informazioni fuorvianti diffuse solo per aumentare il panico generale... come se quello reale non fosse sufficiente. 

Io razionalmente vi odio. 
Io penso che voi siate vergognosi. 
Io penso che vi dobbiate vergognare della vostra piccolezza.
Penso a quanto sia ingiusto che a causa vostra lo sforzo disumano che sta facendo tantissima gente in questo momento venga vanificato.
Penso che dobbiate ammettere di avere paura e trarre il meglio da questa situazione, guardare oltre voi stessi e imparare da chi ha qualcosa da insegnare.

Penso ad esempio alla mia amica Tatina, cardiologa al Policlinico di Milano, una donna determinata, forte, coraggiosa, intelligente, generosa e con un cuore bello,che ha investito tutta la sua vita a studiare quello che ama. Penso a lei che da sabato si è vista trasformare il reparto dove lavora da anni per accogliere i pazienti di terapia intensiva. 
Penso a lei che nell'ultima settimana ha studiato per capire cosa fare, cosa non fare, come muoversi, come tutelare se stessa per non rischiare la sua vita mentre salva quella di altri. 
Penso a quello che mi dice ogni volta che smonta, quando torna a casa sua. 
Penso a come si sente quando poi si ferma, per riposare 10 minuti.
Penso a tutta quella gente che, come lei, si è vista ribaltare la vita senza avere né la possibilità di scelta né la possibilità di ridimensionare il carico di responsabilità sociale e umana dal quale sono stati travolti. 

Penso a tutti quelli che hanno dovuto chiudere la propria attività. Ai liberi professionisti, agli artigiani, ai ristoratori .. a tutti quelli che non solo lavoravano ma facevano lavorare persone, davano da vivere anche ad altre famiglie, altri figli...  che adesso sono a casa ad aspettare che tutto passi, che tutto volga al meglio, per poter riprendere la loro vita normale e in qualche modo rialzarsi. 

Penso al mio amico Andrea che vorrebbe stare a casa ma non può perché lavora in un supermercato e tutti i giorni, con la sua mascherina e i guanti va al lavoro, per assicurare a noi la possibilità di una quotidianità più o meno normale. Penso a quanto vorrebbe potersi mettere al sicuro lui, per se e per la sua famiglia. 

Penso a chi in questo momento ha la responsabilità di fare delle scelte per tutta una nazione, considerando prima di tutto la salute della popolazione ma cercando di non mandare a puttane tutto un sistema economico, l'economia di una nazione intera. Penso a quanto queste persone siano disorientate e nonostante questo in modo razionale e responsabile devono scegliere per noi. 

Penso a tutto questo e poi mi vieni in mente di nuovo TU, che non riesci a fare l'unica cosa che ti viene chiesta di fare: stare tranquillo a casa tua mentre altre persone cercano di salvare la nostra vita, anche la tua. 
Ora lo capisci perchè ti odio? 

Prova a metterti dalla parte di quelli che scelgono di fare la cosa giusta, di stare dalla parte giusta, di stare dove gli viene chiesto di stare e vedrai che domani mattina, quando tutto questo sarà passato e anche tu sarai al sicuro, ti sentirai parte di una famiglia di italiani forti e responsabili. 
Quelli che uniti hanno vinto sul temuto Corona Virus. 



#iorestoacasa
#noirestiamoacasa

Capelli al vento sempre. 

with love
Marta e Cristiana