lunedì 16 marzo 2020

Giorno di quarantena numero 8.

Giorno di quarantena numero 8. 
Presa di coscienza: io sono in grado di 
odiare profondamente l'essere umano.


In questa settimana di quarantena ho fatto una scoperta che mi ha sconvolto. 
Sono razzista. 
Si, avete letto bene. Io sono razzista

E lo dico perché è vero. 
Perché ho provato odio e vampate di violenza incontrollabile nei confronti di altri esseri umani. Mai provati così forti e in un modo così razionale.
Ho pensato: "Siete voi quelli che devono morire". 

L'ho pensato settimana scorsa quando, sui video che giravano in facebook, ho visto tavoli pieni di gente che con un atteggiamento noncurante e strafottente stava seduta a bere l'aperitivo, come se niente fosse. Come se questa emergenza nazionale (e internazionale) non fosse anche la loro emergenza.
L'ho pensato quando ho visto quel video di quella bella ragazza riccia che ha detto "ho 25 anni e non possono dirmi di stare chiusa in casa, questo virus ammazza gli anziani". 
Ora, ponendo che questo sia vero e considerando l'opzione che magari non ti interessa nulla del mio di nonno, ma tu una famiglia non la hai?

L'ho pensato quando ho sentito un personaggio pubblico che, consapevole di avere una responsabilità sociale più importante della mia, consapevole che quel suo video sarebbe volato di monitor in monitor, ha sbraitato a destra e a manca che siamo tutti dei coglioni, perché questa è una banale influenza e noi non dobbiamo farci fregare. 

L'ho pensato ieri quando un mio amico durante la sua micro passeggiata di "pipì cane" mi ha mandato la foto di un gruppo di ragazzotti che felici e contenti fumavano al parco (probabilmente lamentandosi di quanto questa situazione sia pericolosa, di quanto Conte sia un pirla e di quanto l'Europa faccia schifo). 

L'ho pensato domenica scorsa quando mentre io correvo a casa ad iniziare la mia quarantena, ho visto una combriccola di uomini e donne adulte, madri e padri di famiglia che alzando al cielo una birra e abbracciandosi tra loro urlava "l'ultimo giro prima della reclusione!!".

L'ho pensato (e lo penso tutt'ora) ogni volta che mi arrivano sul cellulare notizie false, invenzioni di contagio, informazioni fuorvianti diffuse solo per aumentare il panico generale... come se quello reale non fosse sufficiente. 

Io razionalmente vi odio. 
Io penso che voi siate vergognosi. 
Io penso che vi dobbiate vergognare della vostra piccolezza.
Penso a quanto sia ingiusto che a causa vostra lo sforzo disumano che sta facendo tantissima gente in questo momento venga vanificato.
Penso che dobbiate ammettere di avere paura e trarre il meglio da questa situazione, guardare oltre voi stessi e imparare da chi ha qualcosa da insegnare.

Penso ad esempio alla mia amica Tatina, cardiologa al Policlinico di Milano, una donna determinata, forte, coraggiosa, intelligente, generosa e con un cuore bello,che ha investito tutta la sua vita a studiare quello che ama. Penso a lei che da sabato si è vista trasformare il reparto dove lavora da anni per accogliere i pazienti di terapia intensiva. 
Penso a lei che nell'ultima settimana ha studiato per capire cosa fare, cosa non fare, come muoversi, come tutelare se stessa per non rischiare la sua vita mentre salva quella di altri. 
Penso a quello che mi dice ogni volta che smonta, quando torna a casa sua. 
Penso a come si sente quando poi si ferma, per riposare 10 minuti.
Penso a tutta quella gente che, come lei, si è vista ribaltare la vita senza avere né la possibilità di scelta né la possibilità di ridimensionare il carico di responsabilità sociale e umana dal quale sono stati travolti. 

Penso a tutti quelli che hanno dovuto chiudere la propria attività. Ai liberi professionisti, agli artigiani, ai ristoratori .. a tutti quelli che non solo lavoravano ma facevano lavorare persone, davano da vivere anche ad altre famiglie, altri figli...  che adesso sono a casa ad aspettare che tutto passi, che tutto volga al meglio, per poter riprendere la loro vita normale e in qualche modo rialzarsi. 

Penso al mio amico Andrea che vorrebbe stare a casa ma non può perché lavora in un supermercato e tutti i giorni, con la sua mascherina e i guanti va al lavoro, per assicurare a noi la possibilità di una quotidianità più o meno normale. Penso a quanto vorrebbe potersi mettere al sicuro lui, per se e per la sua famiglia. 

Penso a chi in questo momento ha la responsabilità di fare delle scelte per tutta una nazione, considerando prima di tutto la salute della popolazione ma cercando di non mandare a puttane tutto un sistema economico, l'economia di una nazione intera. Penso a quanto queste persone siano disorientate e nonostante questo in modo razionale e responsabile devono scegliere per noi. 

Penso a tutto questo e poi mi vieni in mente di nuovo TU, che non riesci a fare l'unica cosa che ti viene chiesta di fare: stare tranquillo a casa tua mentre altre persone cercano di salvare la nostra vita, anche la tua. 
Ora lo capisci perchè ti odio? 

Prova a metterti dalla parte di quelli che scelgono di fare la cosa giusta, di stare dalla parte giusta, di stare dove gli viene chiesto di stare e vedrai che domani mattina, quando tutto questo sarà passato e anche tu sarai al sicuro, ti sentirai parte di una famiglia di italiani forti e responsabili. 
Quelli che uniti hanno vinto sul temuto Corona Virus. 



#iorestoacasa
#noirestiamoacasa

Capelli al vento sempre. 

with love
Marta e Cristiana 




giovedì 4 luglio 2019

La Sea Watch e il Capitan Umberto.



"Se voi avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri, allora io dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall'altro.
Gli uni son la mia Patria, gli altri i miei stranieri."



Ci ho messo un po’, ho avuto bisogno di ragionare, di non farmi prendere dall’istinto e cercare di placare l’animo tsunami dei capelli verdi che svolazzano.
Ho lasciato passare giorni, commenti privi di umanità, frasi inascoltabili per cercare di capire se la sensazione di disperato sconcerto che sentivo dentro di me avrebbe avuto voglia di placarsi.
Ma non lo ha fatto.
Non si placa.
Forse perché non si placano le frasi inascoltabili e i commenti illeggibili.
Mi dicono che sono schierata, mi dicono che dovrei moderare i termini. 
Ma qui non si parla di politica, qui si parla di umanità, di cuore, di Costituzione
Qui la cosa è più grossa del misero pratino che gli italiani pensano sia una interminabile distesa verde.

Si, sto parlando anche io della ormai superdiscussa vicenda delle SeaWatch, della ragazzuccia Karola, del PM di Agrigento e di tutto quel mondo che è andato contro agli slogan che continuano in modo inarrestabile ad urlare alcuni politici italiani.

A questo proposito, faccio un passo indietro e vi racconto una favola.

"Era una mattina limpida, il sole era da poco sorto e il mar Mediterraneo si estendeva meraviglioso in tutto il suo blu intenso.
Quel giorno il mare si presentava in  tutto il suo splendore.. era pacato, tranquillo, quieto.
La nave militare si faceva cullare dolcemente dalle onde.
Ma non era sempre così lui, il mare. 
A volte era agitato, arrabbiato, indomabile, ingestibile.
La prima cosa che avevano insegnato a Umberto era che il mare andava rispettato, con coraggio, con amore, con violenza.
Ma sempre rispettato.
Lui prima di tutto.
C’erano state notti in cui la sua nave aveva cavalcato onde alte 10 metri e oltre; c’erano state notti in cui aveva desiderato fortemente le calde lenzuola del suo appartamento ad Arcola, addormentato tra le braccia della moglie Giulia, invece di essere lì ad affrontare muri instancabili d'acqua.
Umberto navigava da che aveva memoria e una volta raggiunta la maggiore età si era arruolato in Marina; aveva attraversato i mari di ogni continente.
Il suo lavoro era quello. La sua vita era quella. Il suo amore era quello.
Quella mattina era felice, mancava poco e sarebbe tornato da Giulia.
Stava sorseggiando il suo caffè, seduto sulla sua poltrona da Comandante nella plancia di comando quando a poche miglia di distanza aveva intravisto qualcosa galleggiare… era una piccola barca, sarà stata circa 80 piedi, aveva lo scafo blu sbiadito, era arrugginita e galleggiava a filo d’acqua.
Aveva allungato lo sguardo per capire meglio… c’era qualcosa che non capiva..
Era ferma?
Era in avaria?
Aveva bisogno di aiuto?
Cosa aveva sopra? 
Un tendone?
Cosa trasportava sotto quel tendone scuro che la ricopriva interamente in ogni suo angolo?
Ma siamo sicuri che fosse proprio un tendone scuro quello? Forse no, forse non lo era..
Cosa era?
Erano uomini? ODDIO, ERANO UOMINI?
No cazzo! Erano uomini!
Quella barca era piena zeppa di uomini! Sotto il sole, in balia del mare, delle onde del vento.. Erano tantissimi, ovunque… BELIN ERANO UOMINI!
Umberto aveva guardato Gigi, l’ufficiale di turno, nella speranza che avesse una teoria migliore, perché se quelli fossero stati uomini loro avrebbero dovuto prestar soccorso.
E' questa si che sarebbe stata davvero una bella scocciatura!
Se quelli erano uomini sarebbero cambiati tutti i piani!
Su questo il mare la dice chiara, non c’è storia: qualsiasi imbarcazione che si imbatte in un’altra imbarcazione in evidente stato di necessità ha l’obbligo assoluto di soccorerla.

E porca vacca questo proprio non ci voleva, perché Umberto stava tornando da Giulia e desiderava tanto il suo letto.. erano in mare da mesi.. voleva tornare a casa.
Proprio a lui, proprio a loro doveva capitare la bagnarola piena zeppa di immigrati.
Che poi a lui questa storia degli immigrati non andava proprio giù.
Era un casino!
Oltre a prolungare la sua missione ci sarebbero stati davvero problemi grossi da risolvere.
Prima di tutto ci saranno stati sicuro morti; poi avrebbero dovuto imbarcare quelli che ancora morti non erano ma che certo non sarebbero stati in gran forma..
Cheppalle!
E se qualcuno poi fosse morto sulla sua nave? Avrebbero dovuto far spazio nella cella frigorifera per mantenere il cadavere in uno stato decente, per non parlare delle beghe burocratiche una volta sbarcati...
Poi questi chissà che cazzo di lingua parlano.. da quanto sono in mare.. madonna chissà che puzza!?
Ma porca miseria, ma proprio a lui!?
Stava andando da Giulia…
Sicuramente ci sarà stato qualcuno incazzato, qualcuno sarà andato fuori di testa dopo tutto quel viaggio in mare.. chissà da quanto stanno navigando… Dio.. poi… navigando!?!
Quella roba su cui galleggiano era già tanto che non fosse ancora andata a picco in fondo al mare.
Si ma, benchè non avesse per niente voglia di far nulla per quelle povere anime a bordo di quella bagnarola, le regole sono chiare e lui non aveva scelta.
La legge del mare impone di salvare e soccorrere chi ha bisogno di aiuto e portarle nel primo porto sicuro… e qui ancora di più gli giravano le palle, perché il primo porto sicuro era un porto della sua Italia, che già sta al collasso di anime disperate che scappano… vabbè, ma non possono stare a casa loro questi?!
Dai cazzo io stavo andando a casa mia!
Ma porca vacca che rottura di palle."

Ecco qui. 
Questa bella favoletta quotidianamente accade in quello spazio di mare che c'è tra Libia e Italia. 
E non accade solo alle imbarcazioni delle ONG che vanno a cercare i barconi per portare aiuto, per evitare che persone anneghino in mare, queste cose accadono, punto.
E quando si è in mare, ci sono le regole del mare
Le regole del mare imponevano a Karola di fare quello che ha fatto. 
Mi piacerebbe vedere tutti quelli i cui i commenti mi hanno fatto rabbrividire l'anima, in una situazione del genere. 
Ma ovviamente quelli che sputano cattiverie se ne guardano bene di alzare le chiappe e guardare cosa succede, metterci la faccia, andare a fare un giro per capire cosa davvero accade. 
Basterebbe anche solo leggere la Costituzione... e non tutta, basterebbe arrivare Art.2, per capire che è stata fatta una cosa giusta.
Ma invece no! Invece non lo fanno! 
Parlano a vanvera, solamente parlano a vanvera.
(alcuni addirittura scrivono articoli)
Sono lì, seduti al bancone del loro bar, con la birra fresca tra le mani e lanciano frasi durissime, dolorose e ignoranti... disumane. 
Poi mi fa ridere, perché sono proprio gli stessi che, prima di andare a casa, si fermano alla rotonda che c'è nella strada che porta in tangenziale, per comprare un po' di emozioni forti dalla bella negretta dal culo sodo.
E probabilmente, belli sorridenti la domenica mattina, con il vestito bello pulito, sono seduti sulla prima panchina della chiesa del paese, accanto alla moglie.
Povero Gesù!

Poi ognuno la può pensare come vuole su quello che sarebbe dovuto accadere alle persone che la Sea Watch ha portato in salvo, non voglio entrare in questo discorso. 
Ma le vite umane vanno salvate. 
E non lo dice Karola, non lo dico io, non lo dice la rastona comunista che manifesta per i diritti.. lo dice la legge, lo dice la nostra Costituzione... lo dovrebbe dire anche la nostra coscienza... 

E vi assicuro, che se io dovessi trovare lungo il mio cammino lo stronzo che, con il sapore della birra fresca ancora in bocca e gli occhi soddisfatti grazie alla bella negrettina per strada, rischia la vita io salverei pure quello. 

Quindi, vi prego, provate una volta a uscire dai vostri panni e prestare attenzione alle vite degli altri. 
Perchè noi non lo possiamo sapere, magari i prossimi ad aver bisogno di aiuto potremmo essere proprio noi. 




Illustrazione presa da un libro per bambini.










mercoledì 8 maggio 2019

What about future?!



"Questo è il futuro che sognavi per te 
Credevi fosse più lontano eh? 
Ti senti fuori tempo limite, contro ogni previsione 
Hai perso il desiderio della rivoluzione"



Una società dove i ragazzi non capiscono più la differenza tra giusto e sbagliato è una società che molto probabilmente si rivelerà fallimentare

Una società in cui una mamma che viene convocata a scuola perché la figlia è stata sospesa, invece di parlare, picchia a sua volta la vicepreside è una società parte di una realtà che io vorrei fosse irreale. 
Soprattuto se consideriamo che la figlia era stata sospesa poiché aveva picchiato una compagna... non c'è bisogno di avere una laurea in psicologia per capire che da qualche parte l'imprinting ci ha messo del suo! 

Una società in cui tre ragazzi idioti che sfottono un signore anziano e ci giocano talmente tanto fino ad arrivare ad ucciderlo come se fosse una comparsa insignificante di un videogame qualsiasi a me sembra parte di un film dell'orrore.

Una società nella quale una bimba di 4 anni rischia la vita perché, in una città italiana nel 2019, per caso viene colpita e riporta FERITE DA GUERRA è una società che "porco cazzo ma dove siamo finiti?!?!?!"

Insomma ovunque io mi metta a guardare mi appare davanti un quadro problematico e molto preoccupante; mi sembra che l'involuzione della specie sai l'unico traguardo da raggiungere.

Quando io andavo a scuola e prendevo una nota iniziavano a tremarmi le gambe appena mettevo un piede fuori dal portone dell'istituto. 
Tipo che quello era il mio luogo sicuro. 
La scuola era il mio ruolo sicuro. E non perché a casa mia c'erano i mostri, ma perché i miei genitori si fidavano della scuola, del ruolo educativo che le mie care maestre Lucia e Giulia ricoprivano. 
Perché io sapevo benissimo che andare a casa e dire "Hey ciao, ho preso una nota" significava sentirmi una predica ad un volume di voce tale che gli AC/DC live sembrano un sussurro, e potevo anche scordarmi i giri in bici, almeno per una settimana!

MAPERFORTUNACHE 
abbiamo un Governo attento, presente e sul pezzo! 
E mentre noi siamo qui a pensare che coloro i quali hanno il compito di rappresentarci passino la vita a farsi selfie e lanciare frasi volutamente d'impatto ambientale loro ci sconvolgono e hanno un'idea! 

Già li vedo: "Cerchiamo un'idea che possa essere d'aiuto (ma non troppo) e sviluppiamo un programma che possa in qualche modo darci una mano per tutto quello che riguarda l'educazione civica, l'educazione alla cittadinanza, la salvaguardia per il pianeta terra ecc ecc.. 
Prendiamo tutto quanto e facciamo un bel malloppo, mettiamoci la parola "trasversale" che così possiamo farci quel cazzo che ci pare e tadà! 
Pare quasi che abbiamo fatto il nostro lavoro per bene. 
Pare quasi che i ragazzi a scuola, grazie alle ore di Educazione Civica, abbiano qualche possibilità di capire qualcosa di quello che sono il rispetto, l'importanza dei ruoli, l'importanza dei ceffoni dati dai genitori dopo averci urlato dietro "Vieni qui che ti do il resto".

E poi, visto che a voi piace fare di più, avete avuto questa brillante idea: rimettiamo il grembiule
Allora, a parte che in alcune scuole il grembiule è ancora in uso.. ma oltre a quello, credete davvero basti? 
Cioè, io sono d'accordo che possa essere d'aiuto per la questione dell'uguaglianza in aula, affinché tutti possano essere vestiti in un modo comune, ma sono certa che non sia stato  fatto per questo. 
Perché per poter fare una scelta dettata dall'importanza dell'uguaglianza bisogna sapere che cosa vuol dire... e soprattutto crederci.
Quindi sono certa che mi sfugga qualcosa. 

Per questo io resto qui, scalpito e osservo. 
Faccio del mio.. tengo duro e faccio del mio. 
Credo negli occhi dei bambini che giocano felici con la loro mamma e spero che il loro sorriso possa essere tanto forte per darci lil coraggio di trovare il modo di inventare una nuova rivoluzione!
E mi rassereno un pochino perché non sono la sola. 
Grazie Claudia, che con le tue parole urlate ad alta voce, mandi un messaggio nel quale io credo molto. 

Be Positive.



Grazie ai miei bellissimi modelli. Ph: Marta Sampietro 


LEVANTE: 
https://www.youtube.com/watch?v=kdWMMB1p7DQ











martedì 30 aprile 2019

Il mio primo anno con la vita vista mare!

Se lo desideri davvero, rimboccati le mani e fallo!



Questi ultimi sono stati dei bellissimi giorni di festa per me! 
Come da tanto desideravo!
Si perché io sono sempre dell'idea che se c'è qualcosa da celebrare allora bisogna far festa e quindi così è stato. 
Abbiamo fatto festa, per giorni!

Nella mia piccola ma bellissima (almeno per me) casa al mare c'è stato un andirivieni di amici, di parenti, di cene, di musica, di affetto e di risate! 
Questo credo sia il mio traguardo più sognato, si perché l'ho sempre voluto tanto ma l'ho sempre guardato in modo strano, quasi come se io per prima non ritenessi possibile la scelta di trasferirmi da sola e crearmi davvero una vita nuova in un posto nuovo. 
Ed ora, eccomi qui! 
Con orgoglio comunico che il 23 aprile ho festeggiato il mio primo anno nella mia vita nuova! 
Ed è stato un primo anno ME RA VI GLIO SO. 

Tutto quello che ho scoperto, tutto quello che ho vissuto, tutti gli amici con cui passo ore al telefono, tutti gli amici che mi sono trovata qui mi rendono una persona felice e fiera del mio percorso! 

Sono felice quando da casa arrivano e mi bussano alla porta e arrivano con borse e cibarie e si accampano e la casa sembra un campo di battaglia ma stiamo insieme e anche se per poco tempo è sempre molto intenso, e ci raccontiamo le vite di mesi interi, senza smettere mai di parlare un attimo.
Sono felice quando i miei nuovi amici mi chiamano per una cena, per un bicchiere di vino, per due chiacchiere e un sushi. 
Sono felice ora, di stare da sola seduta sul pavimento del mio terrazzo a scrivere questo post mentre il sole si ritira piano piano. 

Questo è un post breve e veloce ma con un messaggio enorme:

SE VUOI CAMBIARE LA TUA VITA SUL SERIO, TROVA UN MODO. 
ALTRIMENTI LAGNATI E TROVA L'ENNESIMA SCUSA.

With Love. 







venerdì 15 marzo 2019

There is not Planet B.

"Credo che avere la terra e saperla tenere con cura
sia la più bella forma d'arte che si possa desiderare"
                                                Andy Warhol



Di questi tempi i miei amici avranno avuto la sensazione che sia diventata una di quelle invasate rompicoglioni che vogliono salvare il mondo
Ed effettivamente non è del tutto falso. 

Effettivamente quando vedo qualcuno che butta qualcosa fuori dal finestrino della macchina mi vien voglia di scendere dalla mia auto, raccogliere quello che ha buttato a terra e farglielo ingoiare. 

Effettivamente quando vedo bottigliette di plastica che galleggiano in mare mi domando se il minorato mentale che ha fatto sì che quella bottiglietta fosse lì in quel momento apprezzerebbe fare un tuffo in un cumulo di plastica galleggiante. 

Effettivamente quando alla festa di mia cugina mia mamma ha tirato fuori i classici piatti bianchi orribili di plastica ho avuto una reazione poco aperta a trattative. 

Sì perché mi arrabbio! Sì perché tutti ci si comporta come se non fosse affar nostro, tanto ci penserà qualcun altro!

"Oh ma Marti, per una voltaaa!!" 
Ecco, cazzo vuol dire "per una volta" !? 
Facciamo almeno lo sforzo di trasformare questa frase in modo che voglia dire che per una volta non le usi, saresti almeno più onesta e coerente! 
A parte che i piatti di plastica sono orribili; una mise en place con piatti, forchette e bicchieri di plastica disturba completamente qualsiasi equilibrio mentale di gusto ed eleganza... e poi,porcavacca, inquina!  Ma non poco, tanto!
Ci resta tra le palle per anni e anni e anni.
Pensate davvero che ai figli dei miei figli interessi ritrovarsi la collezione dei piatti utilizzati per le feste di compleanno di tutti i vostri rappresentati dell'albero genealogico? 
Ve lo dico io, no. 

E io mica sono una di quelle estremiste che eccede (anche se forse sarebbe il caso di farlo perché la situazione è grave, ma comunque...) 
Io dico solo che se ognuno di noi facesse qualcosa, sarebbe un azione importantissima. 
Sarebbe decisamente un successo. 

Perché oggi è bellissimo vedere tutti questi ragazzi e alunni delle scuole che, seguendo l'esempio di Greta Thunberg, lanciano messaggi di denuncia contro l'inquinamento, però vorrei vedere domani.
Mi piacerebbe che i genitori gli spiegassero bene e che se da domani ogni famiglia il cui bambino oggi è presente in piazza a manifestare, facesse UNA SCELTA ecologicamente sostenibile e la mantenesse per più tempo possibile, qualcosa cambierebbe.
Il battito d'ali della farfalla, ve lo ricordate? 
Ecco, una cosa piccola può cambiare tanto. 
Una famiglia, una scelta. 
E' una cosa piccola che però vale tanto. 

Qualche tempo fa ho visto un bellissimo sketch in cui un comico raccontava questa questione del "salviamo la terra" e una cosa che mi ha aperto gli occhi e mi ha fatto riflettere è stata la presa di coscienza che la terra mica finisce, mavalà! Finiamo noi. 
La terra si scuote un po' e si libera di noi, ospiti invadenti e irrispettosi.
Mi sono immaginata la terra come un cane zuppo d'acqua, che gli da noia e per togliersela di dosso si scuote fortissimo, lanciano lontano le gocce d'acqua fino a che non si sente a posto. 
Ecco, questo sarà quello che accadrà. 
Saremo le gocce d'acqua che danno noia al cane. 
Noi verremo catapultati lontano e il cane continuerà a correre per la sua strada.

Quindi la mia domanda è: da domani, cosa farai tu per salvare un pochino il mondo? 

  





martedì 29 gennaio 2019

Be Positive.


"Quando non capisci più se la notizia è pubblicata da Lercio o da un quotidiano nazionale, la situazione inizia a farsi veramente grave!"



No vabbè. 
Sono sconcertata.
Non posso crederci, non può essere vero. 
Non ci voglio credere. 
ok. 

Respiro e mi spiego.  

Come ogni mattina anche oggi mi sono alzata, ho preparato il caffè, ho preso i biscotti e la mia tazza preferita e mi sono messa a dare un occhio alle notizie della giornata. 
Le notizie della giornata le guardo un po' ovunque, per comodità personale parto sempre da Facebook. 
Apro la home e istantaneamente mi vengono proposti diversi articoli trattanti lo stesso tema: "Lino Banfi diventa ambasciatore dell'Italia all'Unesco." 

Ok, credo subito sia una notizia fake, di quelle simpatiche che la redazione di Lercio si diverte a postare. La ignoro e proseguo. 
Continuo a visualizzare le notizie della home e vedo altri due articoli dai titoli diversi ma trattanti lo stesso tema. 
Lì a quel punto inizio a temere che non sia un simpatico scherzone ma la verità. 

Prima di disperarmi vaglio tutte le opzioni possibili che possano giustificare una cosa simile: 
- è il 1 aprile?! No.
- Magari fanno lui patrimonio dell'Unesco.. è possibile? no. 
- uno scherzone delle Iene? No

Chiedo conferma a amici giornalisti e scopro, come se fosse una doccia fredda, che Ohcazzoèveroperdavvero!

LINO BANFI NELLA COMMISSIONE DELL'UNESCO???
MA COSA CAVOLO PENSATE POSSA FARE?! DUE BATTUTE?


Sono basita, sgomenta, senza parole, disarmata. 
Ma dai, ma non scherziamo. 
Ma dai, ma facciamo i seri. 

E non dico che Lino Banfi sia una persona non preparata, che non sia in gamba, che non sia un personaggio che nella sua vita ha dimostrato di saper fare, dico che ha dimostrato di saper fare il suo lavoro, che santa pace, non è certo il membro della commissione dell'Unesco!
Ma povera Italia nostra. 
E di fronte a questo, lui cosa dice: "porterò un po di buon umore" (o qualcosa di molto simile..) 
Ma cari amici che mi rappresentate allo stato, che rappresentate tutti noi, cosa pensate se ne facciano all'UNESCO del buon umore che può portare Lino Banfi? 
Speriamo solo si metta una mano sul cuore e non si limiti a far solo ridere.

Con la giornata iniziata così, non oso immaginare cosa possa succedere prima di sera. 

Restiamo Positivi. 







venerdì 18 gennaio 2019

Ten Year Challenge

"Se non cambiamo non cresciamo. 
Se non cresciamo non viviamo davvero."
                                                                                    Cit.


In questi giorni, su tutte le pagine Facebook, Instagram e forse anche Twitter (non sono certa di quest'ultimo perché non lo ho!) vedo passarmi davanti un elevato numero di foto di amici, conoscenti e finti amici del mondo social in pose diverse in immagini evidentemente retrò.. 
Qual'è la caratteristica particolare di questa infinità di foto: che sono foto che rappresentano i suddetti amici nella loro versione giovane, più precisamente quella di 10 anni fa. 
Questo vuol dire che mio nipote di 18 anni ha messo la foto di quando andava alla scuola elementare, con la cartella dell'uomo ragno... la mia amica Giada ha messo la sua bella faccina di quando era ancora una giovane adolescente e passava i pomeriggi a cantare fortissimo le canzoni che passavano su MTV e così via... 

All'inizio non pensavo che avrebbe reclutato così tanti partecipanti e, da brava milanese un po' stronza, ho pensato: la solita cagata narcisistica! 

Dove uno mette 'na foto, scrive " oh com'ero bella e giovane" e sotto una sfilza di commenti stile "Ma tu sei ancora bella e giovaneeeeee"
"Ma non sei cambiata per nieeeeenteeeee!"
Bella trovata Facebook.


Poi, con il passare dei giorni, le persone aumentavano, le foto continuavano a passare e io mi sono appassionata, tanto da scoprirmi a far scorrere storie di Instagram manco fosse la selezione di Tinder. 
Contro ogni previsione (mia personale e unica) sono stata anche io una vittima della curiosità che la "Ten Year challenge" stava sviluppando in ogni parte del mondo. 

E così ho passato ore a farmi i cazzi di tutti, anche di gente che 10 anni fa manco avevo idea fosse al mondo!
Con onestà confesso in questa sede che sono anche andata a cercarmi delle foto mie di 10 anni fa, ho cercato di capire dove fossi e cosa stessi facendo... 
Presa nella rete con tutti gli altri! 
Anche nei bar non si parla d'altro, addirittura ho sentito dire che la ideazione di questo temporaneo (spero) bombardamento visivo provenga direttamente dagli scugnizzi di Zuckerberg, che hanno adottato questa tecnica per definire bene i lineamenti facciali di ognuno di noi... in modo che siamo tutti riconoscibili e rintracciabili. 
(L'idea del complotto giuro non mi sarebbe mai passata per la testa!)

Insomma, siamo tutti vittime di questa gara dei 10 anni fa. 
Per non esser di meno voglio partecipare anche io, a modo mio si ben intende. 
Ecco qui la mia personale "Ten Year Challenge" 

.. che dirvi? i lati positivi! ;)